Cosa vedere

Palazzo Angeli

Recentemente restaurato, di proprietà del Comune di Rovigo, Palazzo Angeli, certamente uno dei più belli di Rovigo, costruito nel 1780 dall’architetto veronese Francesco Schiavi e donato al Comune nel 1876 dal conte Domenico Angeli diverrà sede dell'università di Giurisprudenza di Ferrara.

Palazzo Angeli Rovigo

foto: © Loris Slaviero ph.

Cenni storici

Fin dall’inizio il palazzo diede ospitalità a personaggi illustri, tra i quali Carlo IV di Spagna con Maria Lusia Borbone (1815), gli imperatori Francesco I d’Austria con Carolina Augusta di Baviera (1819), Imperatrice Aleksandra Federowna con la figlia (1846), Francesco Giuseppe I d'Austria (1856), come ricordano le lapidi murate alle pareti.

Lo stesso Giuseppe Garibaldi (nel 1867), da una delle ampie finestre, pronunciò un discorso alla folla sottostante, e Umberto I di Savoia (nel 1882). Alla fine dell’800 il palazzo fu lasciato in eredità al Comune di Rovigo, destinandolo in tempi diversi, a scuola, uffici pubblici, questura, convitto femminile.

Interni di Palazzo Angeli di Rovigo

foto: © Loris Slaviero ph.

All'epoca lungo l’antica contrada di San Rocco, (oggi via Angeli) prospicente alla chiesa del XVI sec. dedicata al santo e demolita nel 1938 per far posto all'attuale Palazzo Ina - fu edificato nel 1780 Palazzo Angeli su progetto dell’architetto veronese Francesco Schiavi (uno dei suoi ultimi lavori, morirà infatti nel 1781).

Schiavi riuscì a conciliare nella costruzione l'eredità del Sanmicheli e il mito palladiano con influenze illuministe venete. La facciata lineare e armoniosa visibile nella via Angeli, si compone di finestre sui tre piani e da un grande portale. Nel timpano lo stemma del casato con l’aquila bifronte circondato da sculture in bassorilievo.

Facendo ingresso nello spazioso atrio dell'edificio, l’ambiente porta con la scalinata ai piani superiori.

Qui si notano gli affreschi del veneziano Giovan Battista Canal con episodi della Gerusalemme Liberata e storie mitologiche. 

Ai piedi dello scalone è presente una statua, allegoria della concordia, mentre i due putti che sono presenti sulla balaustra a salire rappresentano il genio della scultura e quello della pittura (mentre è mancante il terzo putto rappresentante l'architettura). Le opere scultoree dell’edificio sono state realizzate da Gaetano Mattoni, mentre altre sale sono decorate con affreschi dello scenografo veneziano Antonio Mauri e abbellite dagli stucchi di Basilio Serena. 


foto: © Loris Slaviero ph.